Era nell’aria già da un pò.
Era già successo, tutto quanto.
Come se fosse un parodosso filosofico, il problema e la sua stessa soluzione si erano già presentati.
Andiamo con ordine: partiamo dal 3 Luglio 2011, giornata di manifestazione NoTav importantissima per comprendere le dinamiche che per l’ennesima volta si sono presentate durante la manifestazione di sabato scorso, ormai condensata nell’immaginario collettivo (di lotta e di vita quotidiana) come #19O.
Della lunga giornata del luglio 2011 una cronaca completa e tematica, compreso l‘ hijacking dell’hashtag nervi #Saldi, effettuata da @elpinta e da @wu_ming_foundt, qui e qui, per rinfrescare le meningi, in quel giorno si era organizzata un’imponente manifestazione NoTav in risposta alla repressività delle istituzioni, che, qualche tempo prima, avevano occupato la”Libera Repubblica della Maddalena”.
Una prima differenza rispetto al #19O è rappresentata dal #M5S che, con l’endorsement e la presenza di Grillo, appoggiava la manifestazione. Divertente notare come il #M5S si sia, per così dire, dimenticato che le vertenze di fondo del movimento NoTav anche nella giornata del #19O erano uguali a quelle del Luglio 2011, e che potevano essere benissimo raccolte nell’urlo, comune a tutte le realtà presenti a Roma, “una sola grande opera: casa e redditto per tutt*”.
Alla sera del 3 Luglio 2011 era chiaro a tutti che ,oltre ad un obsoleto e consolidatissimo metodo di provocazione “sul campo” messo in atto dalle FDO (forse dell’ordine?) –fatto di lacrimogeni sparati in faccia e sassate dai cavalcavia– per ottenere una risposta violenta da parte dei manifestanti, si era aggiunto un secondo e più efficace “trappolone”: quello rappresentato dai giornalisti mainstream che per tutta la giornata avevano dato copertura all’evento.
Durante la giornata, infatti, si aveva avuto una sensazione di fortissima “dissociazione” o “scollatura” tra quello che centinaia di attivisti e hacktivists raccontavano in diretta e le notizie riportate dalle principali testate online. Già allora il più violento attacco mediatico contro il movimento era venuto proprio da repubblica ed altri giornali “di area”, mentre la solita stampa filofascia o filoberlusconiana si limitava ad insultare “zecche, noglobal e blecbloc” senza troppa enfasi, ma con i toni ed i registri a cui tutti siamo ormai abituati.
Dunque da un lato abbiamo l’informazione mainstream, incapace di narrare la giornata di protesta con un tono “neutro” e dall’altro centinaia di attivist* che, oltre a mettere in gioco il proprio corpo e spesso anche la propria incolumità fisica, attraverso il massiccio impiego di twitter e di altre piattaforme, erano diventati informatori diretti e senza filtri, per tutta la durata dell’evento. Già la sera del 3 luglio su Giap! -il blog dei Wu Ming- si capiva come la narrazione della lotta (e forse di ogni lotta) dovesse essere veicolata attraverso chi alla lotta stessa partecipava, in maniera diretta e naturale, soprattutto dati gli interessi di parte che muovevano (e muovono) i media mainstream su tutto quello che riguarda il TAV. L’ uso di una narrazione tossica, atta a far passare il movimento Notav nella sua interezza come una cloaca di terroristi, è un fattore critico se pensiamo che il Movimento della Valle che Resiste sopravvive grazie al fatto che è una lotta che abbraccia una moltitudine di tematiche che non riguardano solo la Val Susa, ma che sono proprie di numerose realtà territoriali e anche nazionali.
Come per il 3 Luglio 2011, anche per il #19O appena trascorso i media mainstream presenti diventavano i veri “agitatori” della manifestazione, con l’aggravante di ignorare completamente le dimostrazioni di solidarietà e compattezza sociale, in favore di qualche scaramuccia di poco conto con la GdF, davanti al Ministero dell’ Economia. Utilizzo non a caso il termine “scaramuccia” poichè, la stessa Procura di Roma, solerte come quella torinese, che si è caratterizzata per una vera e propria strategia di repressione del dissenso, condannando a pene durissime i compagni coinvolti negli scontri passati, non è riuscita a trovare prove per ingabbiare i compagni e le compagne fermate Sabato #19O (altro evidente successo della manifestazione che non ha accettato la divisione fra “buoni e cattivi”, ha dimostrato solidarietà davanti al tribunale e ha continuato a ripetere lo slogan “Si parte e si torna insieme” proprio del Movimento NoTav). Come per il 3 luglio 2011 una altro trappolone si è rivelato essere il comportamento delle FDO, che hanno attuato una vera e propria strategia di FUD (che gli si è rivoltata contro), ma di questo parleremo tra un attimo. Una anomalia significativa è rappresentata dal fattore Caccapound (che occupava il posto che gli spetta, alle spalle della celere) che, mentre venivano fermati e perquisiti autobus di compagni e compagne, posavano in bella mostra, davanti al loro tugurio, armati e cascati di tutto punto.
Un altro fatto rilevante può essere rappresentato dall’attacco DDoS dei compagn* di Anonymous che, con una tempistica impeccabile, entravano nel cuore della manifestazione e, simbolicamente, partecipavano all’assedio del Ministero dell’Economia. Se pensiamo al filone narrativo Cyberpunk,alla sua estetica ed al suo illustre esponente W. Gibson, e ci ricordiamo di quella rappresentazione schematica del cyberspazio, come della somma dei dati umani (Matrice), la raffigurazione plastica dell’assenza di segnale distribuito potrebbe essere intesa come un immenso palazzo pulsante che viene virtualmente assediato da migliaia di richieste di servizio.
L’attacco di Anonymous inoltre si inserisce nel contesto che, secondo me, ha portato al successo la #sollevazione generale, ovvero il concetto di condivisione del knowhow di lotta. Ogni realtà presente a Roma ha partecipato sia nell’organizzazione che nella gestione della manifestazione, riuscendo ad accomunare moltissime espressioni di protesta territoriali in un’unica narrazione corale, un caleidoscopio di storie personali e di protesta, che è riuscito ad unire sotto poche tematiche, decise e sentite, una galassia di vertenze più o meno locali. Insomma si è creato un blocco sociale compatto e gioioso, che, come scrive il collettivo Wu Ming ormai da diversi anni, è riuscito a far passare il messaggio che ogni lotta è collegata, ed ogni conflitto è una risorsa anche per chi, quel conflitto, non lo sta vivendo sulla propria pelle.
Come accennavo prima riguardo alle tattiche di FUD messe in atto (cariche al Pigneto, pesante clima di intimidazione con perquisizioni e fogli di via, blocchi ai caselli autostradali) non dobbiamo meravigliarci più tanto. Sia il 3/07/2011 che il #19O abbiamo assistito al solito copione intimidatorio: partendo da qualche giorno prima della manifestazione alle dichiarazioni dei politici, corrispondevano paranoici articoli su la repubblica cartacea e online e sul sito dell’espresso, che parlavano di “blecbloc” e squadroni di attivisti, “professionisti della violenza”, pronti a mettere a ferro e fuoco la Capitale.
Nel saggio “La protesta e il controllo” [AltraEconomia Edizioni, 2004] Donatella Della Porta mostra come queste operazioni di FUD fossero attive in Italia fin da Genova 2001 e ancora prima a Gotenborg e a Seattle. L’etimologia della sigla FUD, originatasi dapprima nell’ambiente informatico e successivamente prestato al trading ed altre aree (politica, marketing), descrive una serie di informazioni studiate a tavolino per suscitare nei target una forte reazione di incertezza o paura. Nel caso del controllo della protesta le tattiche sono innumerevoli, ma nella giornata di sabato scorso il blocco sociale di cui parlavo prima non si è lasciato intimidire e de facto ha evitato di cadere vittima di questa ennesima trappola preventiva.
Insomma raccontare le lotte come una sola storia ha avuto l’effetto sperato e, nonostante la paura di molti compagni, il #19O segna un nuovo passo, un ulteriore step forward, nel rilanciare un movimento che sia davvero popolare e a-leaderistico, e che raggiunga tutti i *dannati* di questa Italia, sempre più angosciata e triste, schiacciata tra una politica inesistente ed un criptofascismo endemico, piegata alle leggi di un mercato ed un sistema che non vogliamo e che non ci rappresenta.
EDIT segnalo a tutt* il posto di Giuliano Santoro aka @amicofaralla su Giap! dove si discute del #19o e di cosa ci si aspetta possa cambiare nelle lotte territoriali.
Qualche Link per approndire la discussione post-#19O:
Infoaut: Siamo in Movimento
Collettivo Militant: Alcune Riflessioni sulla manifestazione del 19 Ottobre
Nexus Move: Ermeneutica della Resistenza
DinamoPress: Assemblea a #PortaPia
CommuniaRoma: Vincono i Movimenti